Siti archeologici


Pur mancando campagne di scavo da parte della Sovrintendenza numerosi sono i siti interessati da rilevanze archeologiche. Grazie agli studi condotti dall’archeologa Paola Bottini, si può affermare che per il periodo di dominazione greca e romana vanno segnalate le località Spidarea e Valle Laura, aree dense di reperti di superficie. Si possono notare numerosi frantumi di tegoloni usati per le tombe. Inoltre, si rinvengono cocci di anfore, vasi a figure rosse e piatti. Vi furono anche rinvenuti armi, armature e mura. Altre aree interessate dalla dominazione magnogreca sono Caloie, Agropoli, Serra. Zone interessate da ritrovamenti di età romana sono Capiale (dove era presente una villa) Campo le Rose (vi si rinvennero elmi ed armi); Valle laura (presenza di numerose ville sul territorio). Aree che conservano memorie bizantine, a ricordo della “Nuova Tebaide Mercuriana”, sono le località Malita (laura), Capiale (gruppo di laure), Mulino (laure), i grutti i perna (laure), Valle Laura (laura),Prantalato (laure), rione Cella (avanzi delle mura di cinta del kastrion). Sul colle Serra ancora oggi si incrociano antichi percorsi viari che conducevano in Calabria e nella Valle del Sinni utilizzati da importanti personaggi storici nei loro spostamenti (Alessandro il Molosso, Spartaco, Nilo da Rossano, S.Saba, S.Fantino il giovane, l’emiro El-Hassan, Guglielmo il Guiscardo, l’Imperatore Federico II di Svevia, il Gran Capitano Consalvo de Cordoba e con molta probabilità anche il generale Annibale quando si diresse alla conquista di Grumentum). Da tutto ciò si può argomentare che per tutto il periodo di dominazione greca, lucana e romana la popolazione si concentrava in nuclei abitativi ubicati a valle, ai piedi degli attuali insediamenti di Viggianello e Pedali, in prossimità dei corsi d’acqua che scaricano nel Mercure-Lao. Un tempietto pagano dedicato al dio Mercurio, protettore dei poeti, si trovava presso le sorgenti del Mercure, in località Mulino-S.Giovanni, dove fu rinvenuta una statuetta bronzea di Mercurio e della madre Maia. Proprio nel luogo dove Ferdinando Santoro ambienta il leggendario mito fluviale del “Vidi-Anello Regina”. Va precisato che la maggior parte dei reperti rinvenuti sul territorio viggianellese fu, in passato, venduta clandestinamente e destinati ad abbellire ville di qualche ricco possidente.